Nella sempre accogliente, fascinosa ed incantevole Ravello, organizzato dai Club Rotary Costiera Amalfitana, Cava de’ Tirreni, Salerno e Salerno Est, con il patrocinio dell’ Associazione Culturale Ravello Nostra ed in collaborazione con la Parrocchia Santa Maria Assunta si è tenuto un evento esclusivo con la esibizione  della Corale Polifonica Metelliana che ha proposto  “Stabat Mater” di Karl Jenkins.

Suggestivo e magico lo scenario scelto da Adamo Amalfitano, a cui è stata affidata la direzione artistica dell’evento, che ha fatto da cornice ad una emozionante e coinvolgente interpretazione del gruppo di coristi egregiamente diretti dalla Maestra Pompilia Balzano ed accompagnati al pianoforte dal Maestro Raffaele Esposito. Il canto, arricchito dalle coreografie tableau vivants curate da Alba Pagano, interpretate dalle danzatrici del gruppo “Le nuvole di vento”, con i costumi ideati e realizzati da Elia Tamigi, si è legato alla danza in una evoluzione di movimenti  con interpretazioni affascinanti.

In Piazza del Toro, cuore del centro storico, spicca la chiesa di S. Giovanni che è il simbolo della storia religiosa ravellese. La sua fondazione si può far risalire agli anni tra il 975 e il 1018 per volere delle famiglie Rogadeo, Pironti e Muscettola e la consacrazione avvenne nel 1276 per mano del vescovo Pietro di Durazzo.
La struttura è a tre navate, absidale, a cui si accede da tre portali, di cui quello centrale più ampio, tutti sormontati da architravi di spolio e lunette decorate da affreschi. Le navate sono divise da colonne con capitelli, diversi tra loro, con decorazione corinzia arricchita da elementi vegetali, e terminavano all’altezza del transetto, in posizione molto elevata (cinque scalini) rispetto alla restante parte della chiesa che mostra comunque un dislivello di quota tra l’ingresso e la zona immediatamente precedente il presbiterio. Di pregiata fattura il pulpito che domina l’intera navata.

Una magia millenaria che ha esaltato ancor di più la delicatezza e incisività della melodia dello “Stabat Mater”, come peraltro evidenziato e con forza espresso da don Angelo Mansi, parroco del Duomo di Ravello, nella sua riflessione introduttiva sulla figura di Maria.

Nelle parole di Ulisse Di Palma, presidente del Club Rotary Costiera Amalfitana, impeccabile padrone di casa, un passaggio profondo sulla figura di Maria Donna e Madre, così come peraltro affermato anche da Annamaria Sica presidente Associazione Polifonica Metelliana.

L’emozione del momento traspariva anche nell’espressione del volto di Andrea Di Lieto Assistente del Governatore per i Club di Salerno e Cava,  nonché nelle frasi di saluto dei presidenti dei Club Rotary aderenti all’ Interclub, Camillo de Felice Salerno Est,

Ugo Sorrentino Cava de’ Tirreni e Umberto Maria Cioffi Salerno, nonché dell’Assistente del Governatore per il Club Costiera Amalfitana Ciro Senatore.

Il Presidente dell’ Associazione Culturale Ravello Nostra, Paolo Imperato, nel porgere il benvenuto ai presenti ha voluto mettere in particolare risalto la bellezza e fascino della location ricordando i festeggiamenti del 2018 in occasione della ricorrenza dei mille anni dalla realizzazione.

Apprezzata e sorprendente l’esibizione al clarinetto, in apertura, di Giuseppe Manzi musicista ravellese che nonostante la sua giovanissima età è già molto affermato in ambito internazionale.

La magia del canto unito all’incanto della location hanno esaltato ancor di più l’emozionante esibizione del “Coro Polifonico Metelliana” seguita con interesse da una platea molto coinvolta ed attenta.

Stabat Mater (“Stava la Madre”) è una preghiera – più precisamente una sequenza – del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi.
La prima parte della preghiera, che inizia con le parole Stabat Mater dolorosa (“La Madre addolorata stava“) è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo.
La seconda parte della preghiera, che inizia con le parole Eia, mater, fons amóris (“Oh, Madre, fonte d’amore”) è una invocazione in cui l’orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la crocifissione e la Passione.

Sono più di quattrocento i compositori che hanno messo in musica il testo “Stabat Mater dolorosa…” dai più famosi come Rossini, Verdi, Pergolesi, Scarlatti, Vivaldi, Salieri, Szymanosky, Poulenc, Dvorak, Schubert, Haydn, Boccherini, Penderecki a quelli più sconosciuti. Nessuno, però, eccetto forse Rossini, è riuscito a eguagliare il capolavoro pergolesiano. L’universalità del cantico dello Stabat Mater ha ispirato anche gruppi moderni e rock, come il gruppo black metal Anorexia Nervosa e recentemente anche l’irlandese Karl Jenkins e il grande Paul Schwartz.

Jenkins ha inserito sei testi che non sono compresi nel poema originale. Questi comprendono: un arrangiamento corale dell’Ave verum, che Jenkins originariamente compose per Bryn Terfel; And the Mother did weep, con giusto questo verso delle sue cantate in inglese, ebraico, latino, aramaico e greco; Lament, con parole di Carol Barrat scritte espressamente per questo lavoro; Incantation con una semi improvvisata cantata naturale, in parte in arabo antico; infine due tracce del testo antico, rivisitate nell’originale schema in rima dello Stabat Mater dal poeta Gravame Davies, che è cantato sia in inglese sia in aramaico. Gli ultimi due sono Are you lost out in darkness che viene dall’Epopea di Gilgamesh, un poema epico sumerico, la più antica storia mai scritta e Now my life is only weeping, un testo del poeta mistico persiano del XIII secolo Jalal al-Din Rumi. Un’occasione per ascoltare quello che è comunemente considerato uno dei massimi capolavori della musica sacra di tutti i tempi “interpretato” in maniera non ortodossa da Jenkins.

Applausi a scena aperta per il coro Metelliana e per gli organizzatori che hanno regalato una serata veramente speciale diretta con eleganza e sobrietà da Lorenzo Imperato.